«Subito dopo la partita, Massimiliano mi ha risposto al messaggio. Era strafelice, un’emozione che aspettava da tempo». L’emozione è grande anche nella voce di Marco Sommella, manager di Massimiliano Ammendola, il baby azzurro, classe ’90, che ha esordito ieri al San Paolo. «È entrato a pochi istanti dalla fine: ma, aver avuto l’abbraccio di Paolo Cannavaro è stato importantissimo, anche per entrare sereno in campo. E poi – spiega Sommella – la sostituzione con Hamsik era una promessa che Marek aveva fatto a Massimiliano già qualche tempo fa. Doveva esserci contro il Catania: purtroppo, la gara virò su un binario sbagliato e non fu possibile. Ieri, è andato tutto bene ed ora guardiamo al futuro con fiducia».
Una fiducia che ad Ammendola non manca: perché è nel Napoli da nove anni, da quando entrò nel settore giovanile appena dodicenne, percorrendo tra soddisfazioni e qualche infortunio di troppo quel cursus honorum che dai Giovanissimi l’ha condotto fino all’esordio di sabato. «Massimiliano – ricorda Ernesto Apuzzo che l’ha allenato nei due anni di Primavera – è sempre stato uno dalla tecnica squisita. Un trequartista dal piede educatissimo: al punto da farmelo preferire a chi aveva più esperienza. Deve solo irrobustirsi, perché il suo limite è nel fisico». Una muscolatura fragile che l’ha penalizzato nelle esperienze in prestito ai Crociati Noceto nel 2009-2010 e nell’Aversa Normanna nella scorsa stagione. Ammendola è tornato alla base ad inizio stagione, Mazzarril’ha ritenuto funzionale al progetto e l’ha inserito nella lista B per la Champions. L’esordio di ieri in A ripaga un’annata di allenamento, tesa a carpire i segreti dei tenori. Massimiliano, ora, sogna il bis al San Paolo, prima di andare in prestito in qualche società che possa valorizzarlo.
Chi sta valorizzando altri giovani della cantera partenopea è quel Dodo Sormani, tecnico della Primavera, che con l’arrivo di Novothny e dopo aver fatto assimilare tanti sacrifici ai suoi ora si gode l’approdo alla fase preliminare dei playoff. Sabato si va a Palermo, dove difficilmente potrà esserci Riccardo Bigon, il ds presente alla vittoria con la Lazio, quella che vale la post-season. «Siamo soddisfatti di quello che ha fatto Sormani, sta plasmando un gruppo eccezionale, uno dei più giovani del lotto delle formazioni arrivate alle fasi finali. Ma, il percorso di crescita è ancora lungo e molto di quello che c’è ora lo dobbiamo al lavoro infaticabile di Giuseppe Santoro (oggi team manager della prima squadra ndr), che ha fatto crescere i fratelli Insigne e tutti gli altri».Bigon chiude sul nuovo gioiellino Novothny: «Soma è arrivato dopo aver visionato tante gare delle Under 17 e sta facendo ottime cose».
Il Mattino
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