di Nicola Lo Conte
Meno undici dalla quota salvezza a sei gare dalla fine, secondo peggior attacco (solo 27 gol segnati), seconda peggior difesa (ben 54 le reti incassate). Aggiungendo l’assenza, molto probabile, del miglior giocatore e miglior marcatore Marco Rigoni, verrebbe facile pensare ad un avversario dimesso. Errore che invece il Napoli non dovrà compiere: il Novara ha l’orgoglio di chi continua a lottare nonostante tutto, e proprio perché ormai a un passo dal baratro sarà avversario ancor più pericoloso. Senza dimenticare che i piemontesi in questa stagione hanno tirato fuori dal cilindro prestazioni di tutto rispetto, come contro gli stessi azzurri all’andata, o contro l’Inter, battuta per ben due volte.
Che giochi in casa od in trasferta, con Tesser o con Mondonico (parentesi durata lo spazio di poco più di un mese), l’abito tattico del Novara è ormai scolpito nel marmo: 5-3-2, con la ricerca della densità in fase passiva, e delle ripartenze improvvise in quella attiva. Nella linea a 5 davanti a Ujikani, i tre centrali sono Lisuzzo, Centurioni e Paci, forti nel gioco aereo, ma attaccabili palla a terra; avrebbero fatto comodo le serpentine di Lavezzi, ma al Napoli la forza offensiva non manca in ogni caso. Ai lati, la sorveglianza è garantita da Morganella e Gemiti, abili anche in fase di spinta; fondamentale in questo senso aver ritrovato Maggio e Zuniga, che consentiranno di ritrovare soluzioni per agire anche sugli esterni. A centrocampo, l’assenza di Rigoni se confermata peserà non poco per i piemontesi: l’ex juventino garantisce geometrie di cui beneficia tutta la manovra. Lo rimpiazzerà con tutta probabilità l’ex Werder Jensen, con Porcari e Pesce (in vantaggio su Radovanovic, non al meglio) ad assisterlo sul piano della corsa. Davanti, dovrebbero agire Caracciolo e l’ex di turno Mascara: una coppia ideale, con l’uno forte fisicamente e l’altro agile e bravo tecnicamente. Realizzativamente non il massimo, ma attenzione a sottovalutarli.
L’atteggiamento del Novara sarà di certo particolarmente accorto, come già quello di molte altre “piccole” in visita al San Paolo. Fondamentale sarà non affrontare l’incontro sottoritmo, per il Napoli sarà vitale far ricorso a tutte le proprie risorse tecniche per non prodursi nel solito improduttivo assalto a ‘fort Apache’.
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