Di fronte a offerte così, anche le montagne del Daghestan possono sembrare un paradiso. L’Anzhi, club di Makhachkala di proprietà dell’oligarca russo Suleyman Kerimov, attende la fine del campionato russo prima di mettere in moto i suoi intermediari per prendere Ezequeil Lavezzi: contratto di cinque anni a 6,5 milioni di euro netti a stagione, due volte e mezzo di quello attuale. Abbastanza da essere tentati, fortemente, di abbandonare il calcio che conta per traslocare in quello di periferia.
Pioggia di milioni russi sul Pocho perché l’Anzhi dovrà fare i conti con la concorrenza – sleale, a colpi di milioni russi – di un altro miliardario, Alexander Dukov, proprietario della Gazprom Neft, la «sorella» del colosso del gas, e dello Zenit San Pietroburgo: Spalletti, come regalo per il secondo titolo consecutivo ha chiesto il Pocho, vecchio pallino fin dai tempi della Roma.
«Se vuole andare a giocare nella steppa si accomodi pure», ha sbottato il patron De Laurentiis consapevole che quella clausola di rescissione da 31 milioni – anzi 32 come ha sottolineato il presidente del Napoli – è un’arma a doppio taglio. Lavezzi e il suo clan, non stanno ancora pensando alla nuova vita sulle rive del Mar Baltico oppure tra Mosca e Makhachkala, la capitale del Daghestan. Alejandro Mazzoni junior, il manager e amico dell’argentino, non ha fretta e non ha neanche voglia di accelerare la trattativa: ovvio che attenda che l’offerta diventi concreta e che, soprattutto, si concluda prima la serie A. Sa cheLavezzi a Napoli sta bene e la sua volontà è di rimanere qui nella città e nella squadra dove è cresciuto.
Ma ci sono i soldi e il richiamo russo. Nessuno può ancora dire se il Pocho lascerà il Napoli o se resterà. Di sicuro, però, De Laurentiis non lo inseguirà: quello è il contratto – 2,5 milioni fino al 2015 – e non si discute. Non c’è nessun rinnovo previsto per tentare di mettere al riparo il Pocho (e Yanina, la sua compagna, che pure ha un peso nelle scelte) dalle tentazioni. Anche il Napoli avrebbe il suo bel tornaconto dall’eventuale operazione. A parte la plusvalenza che verrebbe messa a bilancio (in questo momento il valore di Lavezzi è di 16-17 milioni), il club risparmia i prossimi tre anni di ingaggio, che al lordo fa più di 18 milioni.
Però il Napoli, davvero, non ha mai parlato di Lavezzi con chicchessia (a parte un paio di contatti la scorsa estate: poca roba comunque). La pista russa è l’unica che, al momento, porta Lavezzi lontano da Napoli: il Pocho non troverebbe nessuno, né in Inghilterra ma neppure su Marte, in grado di pareggiare o anche solo di avvicinare l’offerta d’ingaggio dell’Anzhi o dello Zenit.
Forse solo il Manchester City, dove Mancini per niente soddisfatto sognerebbe proprio uno come Lavezzi per il rilancio dei Citizens. Il City, poi, potrebbe mettere sulla bilancia uno scambio di attaccanti. E che attaccanti: Balotelli e Tevez. Chiacchiere. La realtà è che il vero erede del Pocho poteva essere Giuseppe Rossi, uno dei pochi a poter far ingoiare la pillola di un eventuale addio dell’argentino: ma l’attaccante del Villarreal, che stava faticosamente recuperando da un grave infortunio, ha avuto una ricaduta procurandosi la stessa rottura al legamento crociato. Sarà fermo altri sei mesi, rientrerà a ottobre del prossimo anno. De Laurentiis poteva prenderlo prima degli Europei (che non giocherà) a meno di 15 milionidi euro, ma il nuovo infortunio è una tegola.
Il Mattino
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