Uno dei migliori prodotti del settore giovanile del Napoli è senza dubbio Lorenzo Insigne. Il piccolo attaccante azzurro, attualmente in forza al Pescara, sta giocando una stagione ad altissimi livelli, tant’è che è diventato oggetto del desiderio di molte squadre, non solo Italiane ma anche Europee. Nel corso della sua intervista rilasciata a “TmwMagazine”, l’attaccante della Nazionale Under 21 ha fatto una panoramica completa della sua giovane carriera, dagli inizi fino ad arrivare al presente. Il ragazzo Napoletano ha evidenziato i meriti di Zeman nella sua crescita, soffermandosi sul suo possibile ritorno al Napoli, magari da protagonista.
IL MAESTRO ZEMAN E LE ORIGINI – Zdenek Zeman, attuale tecnico del Pescara, rappresenta per Insigne un vero e proprio maestro. Fu lui a rigenerarlo ai tempi del Foggia ed è stato lui a volerlo fortemente anche al Pescara: “I consigli che mi ha dato sono tanti. Lui per gli attaccanti è il massimo, infatti ci fa lavorare tanto. Lo scorso anno a Foggia, mi fece subito capire che avrei giocato titolare. Spero nella promozione del Pescara, così posso restare un altro anno sotto la sua guida. Ricordo come se fosse ieri, il primo giorno che ho cominciato a giocare a calcio. Ero a Grumo, il mio quartiere, e mi dissero che stavano aprendo una scuola calcio. Mi presentai con mio fratello maggiore ma non volevano farmi giocare. Dicevano che ero troppo piccolo. Pensai subito di smettere anche se per fortuna cominciai a giocare con continuità”.
IL PASSAGGIO AL NAPOLI – Insigne, durante l’intervista, si è soffermato moltissimo sul suo trasferimento al Napoli ed, in particolare, sull’esordio in prima squadra con la maglia azzurra: “Fu Beppe Santoro a portarmi al Napoli. Il presidente del Grumo, originario di Frattamaggiore, come me, spostò la squadra da Grumo a Sant’Arpino. Santoro arrivò quando stavo giocando con l’Olimpia Sant’Arpino. Dopo un provino fatto nella mia scuola calcio, mi portò nel Napoli, dove ho cominciato a giocare nei giovanissimi nazionali. Succesivamente, passai nei giovanissimi regionali, il cosiddetto gruppo di quelli che vengono scartati. Fu un momento difficile, infatti pensavo di non farcela. Mister Apuzzo mi riempiva di complimenti anche se poi alla fine faceva altre scelte. Un giorno arrivò un suo sms che mi chiedeva se me la sentivo di giocare contro il Bari. Andai in campo e feci due gol ed un assist. Da quel momento ho cominciato a giocare sempre. Contro il Livorno è arrivato l’esordio in prima squadra. Entrai al posto di Denis per giocare gli ultimi trenta secondi. Ricordo che come attaccante c’ero solo io in panchina. Dopo quella gara, disputai il Viareggio con la Primavera e passai alla Cavese”.
IL PERIODO ‘BUIO’ ALLA CAVESE E LE VOCI DI MERCATO – Per il giovane attaccante il periodo trascorso alla Cavese fu uno dei più difficili. Senza gol e fuori forma, la prima stagione giocata fuori casa fu un vero e proprio incubo: “Sono sceso in campo in quindici partite senza mai segnare. Non venivo seguito dalla società e non seguivo un’alimentazione corretta. E’ stata una stagione molto difficile. Per fortuna quel periodo è passato. Sono contento che il mio nome sia accostato a società di calcio prestigiose. Adesso penso a far bene con il Pescara, poi a giugno prenderò la scelta più giusta. Di sicuro non voglio stare un anno fermo, voglio giocare”.
POSSIBILE RITORNO AL NAPOLI – Sia De Laurentiis che Mazzarri hanno più volte espresso il desiderio di riportare Insigne a Napoli, magari già dalla prossima stagione. Il ragazzo scuola Napoli ha voluto chiarire la situazione esprimendo il suo pensiero: “Sono contento di ciò che pensano De Laurentiis e Mazzarri. Io devo solo continuare a far bene, non posso fare altro. Anche quando sei giovane, la cosa più importante è giocare. Se il prossimo anno dovessi tornare a Napoli, dovrei imparare altri movimenti. Con Mazzarri gli attaccanti non devono dare punti di riferimento”.
IL RAPPORTO CON LA NAZIONALE – Entrato da tempo nel giro della Nazionale, Insigne ha concluso raccontanto la sua esperienza in azzurro ed ha elogiato Prandelli e Ciro Ferrara: “Quando sono arrivato in Nazionale il gruppo era già formato. I ragazzi non mi hanno mai fatto sentire come l’ultimo arrivato. Ferrara è un ottimo ct e ci sta insegnando tanto. Ammiro molto quello che è successo a Borini. Prandelli non mi ha mai chiamato ma se dovesse farlo penso che non mi sentirei bene”.
RS
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