Tocca di nuovo a lui. A Miguel Britos. Contro la Lazio, sabato sera, ritroverà posto anche il mancino arrivato l’estate scorsa dal Bologna e ancora in cerca d’una identità con la maglia azzurra. Ma non per colpa sua. E’ che il signor Miguel in questa stagione ha avuto più sfortuna che soddisfazioni. Tuffatosi nella nuova realtà napoletana con la speranza di bruciare le tappe d’una carriera ancora avara di successi, infatti, Britossubito ci rimise un piede in Spagna, nell’amichevole d’agosto contro il Barcellona. Pronti via e un’infrazione al quinto metatarso dal Nou Camp lo portò direttamente sul tavolo operatorio della clinica Dexeus. Da allora sono passati sette mesi e un po’ ma – vuoi per nuovi brevi acciacchi, vuoi per legittima prudenza, vuoi per l’ingombrante presenza di Salvatore Aronica – Britos ha vissuto più ai margini che dentro la formazione azzurra. Ha dovuto stringere i denti e ricominciare. Panchina e ancora panchina. Una lunga, silenziosa attesa illuminata solo da sette presenze in campionato, sei della quali dal primo minuto. Da titolare, insomma. Come titolare sarà sabato all’Olimpico, spinto in campo, sì, dalla sua recuperata condizione atletica, ma inevitabilmente anche dalla carestia d’esterni che ha colpito all’improvviso la squadra di Mazzarri.
GLI ASSENTI – Squalificato Zuniga e certificati di malattia alla mano perDossena e Maggio, infatti, lui sarà sicuramente in campo. Ma della carestia d’esterni poco importa al piede sinistro nato a Montevideo nell’estate dell’85. Dopo tutto quel penare e quella lunga fila alla porta della prima squadra, infatti, per Miguel Angel Britos Cabrera l’importante è starci. E restarci è ancora più importante. Perché Britossa che, pur senza averne alcuna colpa, sino ad oggi al Napoli ha dato veramente poco. Proprio lui, sul quale il club aveva puntato molto – anche finanziariamente: più o meno otto milioni – per tappare un vecchio buco di difesa. E allora rieccolo, il mancino uruguaiano con dentro una gran voglia di riappropriarsi di quel ruolo che gli era stato assegnato quando fu ingaggiato. «Napoli è la mia grande occasione. Il Napoli è la squadra che mi può regalare il salto di qualità» , così disseBritos. Ebbene, sette mesi dopo, il terzino è ancora là. Legato a quei concetti, a quelle parole, a quella sua voglia mai venuta meno di dimostrare d’essere il giocatore giusto per una maglia azzurra ambiziosa, piena di buoni propositi e progetti. Detta in breve: Britosche dopodomani torna titolare, spera di non uscire più di squadra. Spera di fare tutto d’un fiato questo finale di stagione. Otto partite per dimostrare a se stesso che la sfiga ha preso definitivamente un’altra strada e all’allenatore che ora, finalmente, può contare su di lui. Come dire: quest’ultimo segmento di campionato per Britos vale doppio, perché vale per oggi ma anche per domani. Infatti, se quest’anno è andata come è andata, nel prossimo Britos potrebbe ridiventare un punto fermo. Una certezza.
GRANDE OCCASIONE – E Dio solo sa quanto il Napoli abbia bisogno di certezze e sicurezze soprattutto là in difesa, dopo aver beccato undici gol negli ultimi cinque appuntamenti. Dopo cinquanta giorni dall’ultima partita intera, dunque, porte aperte a Britos da parte di Mazzarri e grandissima occasione giusto nella partita svolta di stagione per l’uruguaiano che ha come idolo Montero, il difensore, pure lui di Montevideo, che per nove stagioni fu protagonista nella Juve. In verità lui in una cosa Montero l’ha raggiunto già: nei gol. Montero nella Juve in tutti quegli anni ne segnò uno solo. Ebbene, Britos con il Napoli, nonostante il suo pochissimo giocare, un gol l’ha già segnato: al Chievo, a febbraio scorso.
Corriere dello Sport
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