Alejandro Mazzoni:«L’Anzhi vuole Lavezzi? Non è il momento di parlare del mercato», il manager dell’argentino, tiene tutto e tutti in sospeso. La mossa del plenipotenziario del Pocho non è casuale. Ma non deve suonare come un avvertimento al Napoli di De Laurentiis. L’Anzhi sta cercando di sedurre il 26enne attaccante azzurro e Mazzoni gioca di fino: «Con Eto’o andrebbe a formare una coppia da sogno, ma non voglio andare oltre. Almeno per adesso». Quello dei russi è un affondo che rischia di trasformare l’eventuale trasferimento in uno degli affari dell’anno. Anche se per milioni di tifosi del Napoli rischia di essere un graffio sul cuore. Forse anche più di un graffio, una pugnalata.
Ma sul piatto ci sono almeno 60 milioni di euro e servono a impadronirsi di Ezequiel Lavezzi. Di fronte a offerte così, anche le montagne del Daghestan possono sembrare un paradiso, pure se sorgono alla periferia del calcio europeo. L’Anzhi, club di Makhachkala di proprietà dell’oligarca russo Suleyman Kerimov e i suoi intermediari hanno pronto l’assalto: pagamento della clausola di rescissione (31 milioni in contanti e in una sola soluzione) al Napoli e 6,5 milioni all’anno, per cinque stagioni, al Pocho, più bonus, benefit, voli per l’Argentina, casa a Mosca (in Daghestan si va solo per giocare le gare in casa, per il resto la squadra si allena e risiede a Mosca) e una serie interminabile di prebende. Compresi i diritti d’immagine che invece attualmente sono interamente ceduti al club azzurro.
L’Anzhi in questo periodo è in corsa per la qualificazione alla Champions e, oltre Lavezzi sogna anche Fernando Torres. Peppino Tirri, agente Fifa e spesso impiegato dal magnate Kerimov come intermediario, frena un po’: «La priorità è una prima punta di peso, ma Lavezzi è un top player anche se non so se è la prima scelta di Hiddink». La questione economica, ovvio, avrà il suo peso nella decisione dell’argentino e suona quasi come una beffa: Lavezzi, al Napoli, guadagna 2,2 milioni a stagione (lordi sono quasi il doppio) mentre l’Anzhi può alzare tranquillamente l’ingaggio di tre volte. Grazie alla diversa fiscalità che c’è in Russia, un ingaggio da 6,5 milioni costerebbe «solo» 8 milioni all’anno. In Italia, invece, quasi 12.
Una proposta indecente, sì, forse la più indecente di sempre. La trattativa vera e propria decollerà quando tutti avranno le idee più chiare e si muoverà lungo l’asse Londra-Milano. Del tutto improbabile una conclusione in tempi brevi: ci vorrà un po’ prima che tutte le tesserine del mosaico vadano a posto, perché la trattativa è complessa e strappacuore, e non è detto neanche che tutto si concluda con la cessione di Lavezzi all’Anzhi. Anche se De Laurentiis ha già fatto sapere come la pensa («Impossibile trattenerlo se c’è chi è disposto a pagare la clausola») e si sa che al Napoli il suo parere è l’unico che conta. Come del tutto non trascurabili sono le continue parole d’amore del patron azzurri nei confronti del Pocho, più volte paragonato a una sorta di figlio. Il Napoli non replica.
L’indiscrezione dell’affondo dei russi ha comunque provocato un effetto a catena, scatenando il ritorno di fiamma delle altre big d’Europa che da mesi sono sulle tracce del campione argentino, piste che subito sono tramontate davanti alla clausola rescissoria: Chelsea, Manchester City e Psg vorrebbero dal Napoli un impossibile sconto sui 31 milioni fissati. Senza dimenticare che in Russia c’è anche lo Zenit a tentare da tempo Lavezzi. Al momento, ed è un dato di fatto incontrovertibile, l’argentino ha qualche dubbio sul futuro del Napoli. Non lo direbbe mai in modo ufficiale (anzi le sue dichiarazioni pubbliche sono sempre rassicuranti) ma lui stesso ha qualche riserva sulle strategie del club e chi gli è vicino ne raccoglie gli sfoghi.
Poi, come la storia del calciomercato degli ultimi anni ben racconta, il volere dei club conterà pochissimo: sono ormai i giocatori, e solo loro, a decidere dachi farsi acquistare.
Il Mattino
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