Sembra una corsa a ostacoli la marcia di avvicinamento alla finale di Coppa Italia del 20 maggio all’Olimpico di Roma tra Juventus e Napoli. Protagonista, ancora una volta, il patron azzurro Aurelio DeLaurentiis. Con tanto di «giallo»mediatico. Ma procediamo con ordine.
Si cambia Dopo le polemiche sollevate dal produttore — compresa la minaccia di giocare a Milano, Londra o Parigi— e l’incidente diplomatico tra un esterrefatto Coni e una titubante Lega, ieri era in programma una nuova riunione all’Osservatorio del Viminale per ridefinire il pacchetto di misure relative all’ordine pubblico.
Il pomo della discordia, su tutti, era rappresentato dalla tessera del tifoso, in un primo tempo dichiarata quale condizione obbligatoria per entrare allo stadio e assistere al match. «Un’assurdità», aveva tuonato De Laurentiis, che una piccola vittoria l’ha ottenuta. Ieri, infatti, l’Osservatorio ha deciso di allargare la vendita, per una quota di biglietti ancora da definire, a chi non è possessore della card. Vendita che scatterà nei primi giorni di maggio e verrà scandita in tre fasi: la prima riservata agli abbonati di Juventus e Napoli (comunque tesserati), la seconda ai possessori di Juventus Membership e Napoli Club Azzurro Card e la terza—con la messa in circolo di tagliandi cartacei —estesa a tutti gli altri. Si tratta di un primo pacchetto di misure che, si legge nella nota, «è stato ritenuto dall’Osservatorio il migliore, per garantire la sicurezza e la fruibilità dell’evento, privilegiando già nella fase d’acquisto dei tagliandi i possessori delle fidelity card».
Retroscena Questo è l’epilogo dell’ennesima, incredibile giornata. Ma nel mezzo non sono mancati gli effetti speciali. De Laurentiis non era presente alla riunione: per il Napoli c’era il direttore commerciale Formisano. Incontro terminato e determinazioni rese pubbliche, poco prima delle 19, attraverso il sito Internet ufficiale dell’Osservatorio. Bisognava, però, fare i conti con De Laurentiis che, informato dell’esito del vertice, ha contestato una serie di disposizioni. La prima versione del comunicato, così, è stata fatta sparire dal web. E una nuova è apparsa sulle agenzie qualche ora dopo. Con importanti correzioni, chieste e ottenute dal presidente del Napoli. Quali? Innanzitutto la quota dei biglietti a disposizione di chi non ha la tessera del tifoso, definita nel primo comunicato «in un’aliquota minima residuale».
Tradotto: pochissime migliaia. L’espressione «minima residuale » è scomparsa perché De Laurentiis punta ad alzare la posta. E poi l’avvio della vendita. «Entro la fine di aprile», secondo la prima nota. No, ai primi dimaggio, così si evitano danni collaterali per il botteghino delle partite di campionato. Questioni di sostanza, ma anche di forma. L’Osservatorio aveva voluto dare enfasi al «pieno accordo con la Lega, le due finaliste e le autorità di pubblica sicurezza».
Pure questa frase è stata depennata: non sia mai che qualche ultrà possa prendersela con questo o quel club per la condivisione di un pacchetto maldigerito. Dopo Pasqua la Lega comunicherà i prezzi e i canali di vendita. Lo stadio, quasi sicuramente, verrà diviso secondo il modello Champions, come si era pensato all’inizio: una tribuna e una curva alla Juve, le altre al Napoli .
Gazzetta dello sport
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