Tra le quattro mura dello spogliatoio è cosa nota: Pandev mal digerisce il ruolo di riserva. Foss’anche di prima riserva della prima linea. In verità sarebbe strano se fosse il contrario, viste la sua classe e le sue referenze, ma sino ad oggi, nonostante la “gastrite” rimediata a Londra durante e dopo la partita con il Chelsea – entrò solo all’inizio dei supplementari e non ne fu felice – se n’è stato quasi sempre zitto e rispettoso. Però scalpita, il macedone; il quale, per quel che s’è visto in campo ultimamente, è anche tra quegli azzurri che conservano intatti, o quasi, ritmo, lucidità, senso della posizione. Cosa che, ovviamente non è sfuggita all’allenatore. Cosicché stavolta è quotata molto bassa la sua presenza dal primo minuto a Roma con la Lazio, sua ex squadra.Pandev, dunque, promosso, anzi, ripromosso titolare o se si vuole, titolarissimo? Sembra proprio di sì dopo i pareggi amari contro l’Udinese ed il Catania e soprattutto dopo il veleno mandato giù contro la Juve. Del resto, proprio – o solo – quando è entrato lui, nelle ultime partite ilNapoli ha dato segnali di reazione non solo nervosa ma anche tattica e di gioco.
CHI PUÒ USCIRE – Pandev subito in campo, allora? Un interrogativo che, probabilmente, è e sarà tra i chiodi fissi di Mazzarri in questi giorni. Anche perché per un Pandev che entra, uno dei tre attaccanti deve uscire. Hamsik? Ma con l’emergenza che il Napoli si ritrova a centrocampo si può pensare all’esclusione di don Marek, il quale può dare una mano proprio dalla metà campo in su? Difficile da credere. E allora, tra Cavani e Lavezzi chi gli cederebbe il posto? Dopo la brutta e affannosa prestazione di Torino, l’indiziato principale è, sarebbe, il Pocho. Ma questo, in verità per Pandev conta assolutamente nulla. Lui vuole giocare e basta. Per se stesso e per la squadra. Il match di Roma, infatti, per il Napoli sarà probabilmente l’ultima chiamata per la Champions e gli azzurri, quindi, non potranno che puntare su chi, più d’altri, può portare in campo risorse fisiche e mentali fresche. Oltre che, se c’è, anche una bella porzione d’esperienza. Ed è proprio questo, oggi, l’identikit di Pandev deciso a diventare protagonista di questo finale di stagione. Otto partite da giocare e magari raccontare. Otto partite decisive, ma con la prima più decisiva delle altre. E se poi il destino ha deciso che lo scontro diretto per il terzo posto è proprio con la Lazio, beh, allora vuol dire che Pandev non lo può mancare. Perché lui della Lazio è stato per stagioni e stagioni calciatore affidabile e prezioso. Sino alla rottura con Lotito. Scontro che lo portò a chiedere e a ottenere dalla giustizia sportiva la rescissione del contratto. Ma tutto ciò dopo aver patito l’esclusione dalla rosa. L’esilio dal pallone, insomma. Vecchie storie che, però, non potranno non tornargli in mente quando rimetterà piede in quell’Olimpico che a lungo è stato la sua casa ed il suo regno.
IL FUTURO – Ma darsi da fare per il Napoli e per quel sogno terzo posto rimasto ancora in piedi, per Pandev significherà anche spalancare sempre più la “sua” finestra sulla prossima stagione. Un finale intenso e brillante per garantirsi un palcoscenico importante anche nella prossima stagione: anche questo vuole Pandev? Ancora a Napoli? «Perché no, ma non è certo questo il momento per parlarne» , spiega Carlo Pallavicino, il suo procuratore. Pandev spera che sia così, ma, intanto, a fine stagione, scaduto il prestito secco, dovrà tornare a quell’Inter in odore di rifondazione. Comunque sia, dovunque gli capiterà d’andare, ritornare o anche restare: Pandev vuole presentarsi con numeri eccellenti. Magari, perché no, anche con un terzo posto in campionato ed una coppa Italia.
Corriere dello Sport