di Nicola Lo Conte
Il day after di Chelsea-Napoli somiglia a quello dopo un’indigestione: si fa fatica a mandar giù la delusione. Perché per quanto ci sia la consapevolezza di essere stati eliminati solamente ai supplementari, da una squadra che in Champions League ci sta come nel giardino di casa propria, si era fatta strada anche la sensazione che l’obiettivo fosse a portata di mano. Ma l’errore da non commettere assolutamente è quello di piangersi addosso. Bisogna guardare avanti, per tutta una serie di ottime ragioni.
OBIETTIVI A BREVE TERMINE – Innanzitutto, il Napoli ha ancora davanti a sé un finale di stagione che può essere denso di soddisfazioni, con due obiettivi da condurre in porto, il terzo posto in campionato e la finale di coppa Italia, perfettamente raggiungibili da una squadra che malgrado tutto ha mostrato comunque buona salute, e non esce ridimensionata da Stamford Bridge. Perlomeno, non dovendo competere con Lazio, Udinese e Siena, che con tutto il rispetto non sono certamente il Chelsea.
OBIETTIVI A LUNGO TERMINE – Dal terzo posto in campionato passa la possibilità per gli azzurri di riaffacciarsi, anche il prossimo anno, alla Champions, e proseguire così nel percorso di crescita graduale per essere sempre più competitivi. Gli elementi per pensare che quella del Napoli nella più prestigiosa rassegna continentale non sia stata solo una comparsata ci sono tutti. A patto di fare tesoro di quanto le gare europee, compresa quella di ieri, hanno insegnato, nel bene e nel male.
LA CONSAPEVOLEZZA DI ESSERE GIA’ GRANDI – Da qui si deve ripartire, da tutto quello che di buono è stato mostrato in un cammino che ha messo di fronte i partenopei a realtà affermate d’Europa, quali il Bayern, il Manchester City, il Chelsea. Il giorno del sorteggio dei gironi nessuno avrebbe creduto che si sarebbe arrivati a un passo dai quarti di finale, il massimo che si chiedeva era una figura dignitosa. E’ andato ben oltre, il Napoli, a tratti strabiliando, forse anche sé stesso. Scoprendo di potersela giocare davvero con chiunque.
GLI ASPETTI DA MIGLIORARE – A Londra però gli azzurri hanno anche capito cosa manca loro per fare il definitivo salto di qualità. La disfatta servirà per accumulare esperienza e acquisire sempre più sangue freddo per affrontare gare di questa importanza. Ma la squadra andrà anche perfezionata, e rinnovata in alcuni elementi, che già sono andati di molto oltre i propri limiti e più di tanto a certi livelli non possono dare. In questo senso il pensiero va soprattutto alla difesa: non si va lontano senza personalità di spicco, che possano reggere il confronto con la ribalta internazionale.
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