di Nicola Lo Conte
Il suo presidente Cellino parla di una squadra che verrà al San Paolo a limitare i danni, ma del Cagliari che ha pareggiato a Torino e a Udine, e ha vinto a Roma sponda giallorossa, non c’è da fidarsi. Certo, la squadra in questa stagione ha vissuto finora una gestione che movimentata è dir poco – già tre gli allenatori che si sono succeduti sulla panchina rossoblu: Donadoni, Ficcadenti, e Ballardini – ed il momento non è assolutamente dei più felici, col doppio ko con Lecce e Siena che ha fatto assottigliare pericolosamente il margine sulla zona retrocessione (ora di soli 6 punti), ma quella sarda è una compagine che ha dei valori tecnici importanti e non va assolutamente sottovalutata.
Il marchio di fabbrica del tecnico Ballardini è un 4-3-1-2 in cui le linee sono estremamente corte e dunque i reparti raramente si allungano. Non è un caso che la difesa del Cagliari abbia spesso fornito buone performance e sia l’ottava del campionato, con 29 reti al passivo (solo 4 in più del Napoli). Davanti all’affidabile estremo difensore Agazzi, la linea a quattro prevede Canini e Astori in posizione centrale, e Agostini e Pisano come terzini: questi ultimi sono soliti limitare al minimo i propri sganciamenti offensivi, preferendo mantenere la posizione, e così dovrebbe essere anche domani sera, per una maginot difensiva che si annuncia molto bassa. Il centrocampo a tre è un perfetto mix di muscoli e fosforo: Dessena e Conti garantiscono agonismo in quantità non disdegnando, se del caso, una certa predisposizione all’inserimento offensivo, mentre il belga Nainggolan è il metronomo della squadra, dettandone i tempi con grande precisione. Sulla trequarti offensiva, staziona la vera variabile impazzita degli isolani, quell’Andrea Cossu che nelle ultime stagioni è sempre risultato ai primi posti della classifica assist di serie A, e basta questo dato a sintetizzarne la classe. In avanti, giungono le note dolenti: pur avendo interpreti di discreta caratura, il Cagliari soffre la mancanza di un bomber a tutto tondo, ed infatti la produzione offensiva è la quarta peggiore di tutto il campionato (23 gol fatti, peggio solo Cesena, Novara e Chievo). A Napoli oltretutto mancherà Pinilla, forse il miglior attaccante a disposizione di Ballardini, che probabilmente schiererà la coppia brasiliana Nenè-Thiago Ribeiro, i quali dovrebbero alternarsi nel ruolo di centravanti-ombra in funzione di boa al servizio della squadra. Occhio però al possibile inserimento a partita iniziata del colombiano Ibarbo, le cui grandi leve non gli impediscono una notevole agilità, facendone dunque un pericolosissimo contropiedista.
Insomma, per il Napoli si prepara una gara di difficile interpretazione sul piano tattico. Gli azzurri dovranno avere pazienza per stanare i sardi, che presumibilmente venderanno cara la pelle e chiuderanno tutti i varchi, puntando sulle ripartenze. Dovranno dunque essere gli uomini di maggior tasso tecnico (qualsiasi riferimento ai tre tenori è tutt’altro che casuale) a fare la differenza.
FORMAZIONE TIPO (4-3-1-2): Agazzi; Pisano, Canini, Astori, Agostini; Dessena, Conti, Nainggolan; Cossu; Nenè, Pinilla (Thiago Ribeiro).
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