Hugo Armando Campagnaro vive un momento magico con la sua convocazione in nazionale. Ora al difensore azzurro arrivato alla Seleccion solo dopo i 30 anni si interessano tutti i media argentini, ecco una nuova intervista del portale sudamericano ‘Canchallena’, pubblicata in anteprima dai colleghi di ‘Iamnaples.it’.
“Mi piacerebbe giocare nella Nazionale argentina”, dichiarò tra le risate Hugo Campagnaro in un intervista a “La Nacion” nel 2008. Da allora ne è passato di tempo: ha cambiato città, squadra, rimanendo sempre un tipo silenzioso che cerca un posto nella élite; in Italia, dove è impegnato da 10 anni ormai, due anni fa lasciò Genova per trasferirsi nella rumorosa e caotica Napoli. E proprio questa città, nella quale gli argentini trovano porte aperte da quando Diego Maradona sfidò le “potenze” del Nord, ha offerto la possibilità al difensore di realizzare il desiderio da lui sempre sognato. Oggi, a 31 anni, Hugo Campagnaro ha trovato un posto nella Seleccion di Alejandro Sabella nella sfida contro la Svizzera. Sembra un sogno, una favola, perché dopo aver perduto le speranze per la convocazione, ecco che questa finalmente arriva. “Conto di sfruttarla e di viverla nella maniera migliore possibile e comunque la mia gioia è immensa” – commenta il difensore azzurro che passò al calcio professionistico con un contratto al Piacenza che pagò 50.000 euro per un prestito e che in seguito ne acquistò il cartellino con l’aggiunta di altri 80mila euro.
Le imprese a Napoli non ti hanno fatto illudere?
A livello personale e collettivo le cose mi stanno andando bene, certo; l’anno scorso siamo arrivati terzi nel gruppo della Champions League. Con Bayern e Manchester City nella prima fase avevamo detto che le cose erano molto difficili quanto a passaggio del turno, eppure ci siamo riusciti. Abbiamo vinto la partita d’andata con il Chelsea e desideriamo mantenere il vantaggio per accedere ai quarti; ho più di 30 anni e solo da poco sto giocando con maggiore visibilità.
E sapevi che la Seleccion ti stava seguendo ?
Tempo fa ho parlato con Claudio Gugnali che mi ha osservato in un paio di partite. Mi disse che lo staff tecnico mi stava seguendo, ma nulla di più. Il giorno prima della diramazione della lista dei convocati mi chiamò Sabella per dirmi che ero dell’undici. Mi sentii come volare, perché le ultime partite non erano state tra le migliori ed ero stato un po’ criticato, perché proprio quando avevo avuto la possibilità non stavo rendendo al meglio delle mie possibilità.
Nel match di Firenze sei dovuto uscire per infortunio e in quello con il Chelsea in Champions ti hanno dovuto suturare la testa
Sì, sembrava che il destino mi fosse contro. Un fastidio muscolare mi ha lasciato fuori, proprio all’inizio della gara del Franchi ma per fortuna è risultato un qualcosa di lieve. Con il Chelsea mi sono scontrato con Drogba e sembrava che dovessi uscire perché usciva molto sangue, stavo un po’ in sofferenza, in più, mentre cercavano di suturarmi la ferita, il Chelsea fece gol. Sono rientrato con una fasciatura e dopo la partita mi hanno applicato 6 punti di sutura.
La difesa è un reparto nel quale il tecnico cerca alternative. Questa cosa ti dà maggiori aspettative per ulteriori convocazioni in futuro?
Sarà il tempo a dire se ci sarò o no in un altro momento. Se gioco e dimostro che faccio bene in squadra posso anche essere riconvocato. Sì, sono consapevole che ci sono momenti in cui una partita può aprirti delle porte, per questo devi affrontare ogni incontro dando il massimo possibile perché non si sa mai quale può cambiarti la carriera. L’Argentina ha buoni giocatori in difesa, questo da sempre. Forse non si è ancora formato un modulo ma anche questo è da vedersi e comunque ci si deve lavorare.
Dove ti senti più a tuo agio ? Ti piace più la linea di difesa a tre o a quattro?
In Italia ho avuto diversi allenatori e sistemi di gioco. Attualmente giochiamo con una linea di tre difensori e io sono un laterale di destra. In precedenza, oltre che sulla destra, ho giocato a centro ed anche come laterale di sinistra, quando ci sono state delle emergenze per infortunio oppure espulsione di qualche compagno. Potrei dire che quanto a posizione non ci sono problemi.
A Moron le difficoltà di un club che era come in stato di ebollizione lo avevano costretto a pensare di abbandonare il calcio, però i consigli di uno zio non gli permisero di mollare. In Italia ci fu una prima stagione complessa nella quale fu anche il primo capitano straniero nella storia del Piacenza. Poi il passaggio alla Sampdoria e in questo presente da sogno è al Napoli, al quale lo lega un contratto fino al 2014, e il premio più bello: l’anelato esordio nella Seleccion.
(Fonte: Canchallena.com/Iamnaples)