di AntonioPapa
Una, dieci, cento. E poi ancora altre cento. E chissà, magari altre mille ancora. Sembra passato un minuto da quel 16 luglio 2007, quando a Castelvolturno Pierpaolo Marino presentò due giovani imberbi che però promettevano già grandi cose. Marek Hamsik ed Ezequiel Lavezzi sbarcarono in una Napoli ancora sbronza per la festa-promozione, quella del ritorno in A dopo gli anni di inferno. Sbarcarono, ma non erano marinai. Perché Marek ed Ezequiel le loro promesse le hanno mantenute tutte, e forse anche qualcuna in più.
Che bella questa foto, con quei due ragazzini che stringono la mano al diggì, ancora ignari di cosa gli avrebbe riservato il futuro. Ventidue anni il Pocho, solo venti Marek, che di lì a poco sarebbe diventato per tutti ‘Marekiaro‘. Napoli ha fiuto per i campioni veri, basti pensare alla ressa che c’è quando vengono presentati alla stampa. Quel giorno l’Holiday Inn era stipato di supporters che attendevano all’esterno della sala presentazioni per salutare i nuovi campioncini; e dire che erano ancora pressoché sconosciuti. Hamsik veniva da Brescia, qualche apparizione in serie B e tante qualità solo intraviste in cadetteria. Già si sprecavano i paragoni, ma in pochi avevano capito chi realmente fosse questo sbarbatello slovacco che di lì a poco avrebbe riscritto la storia azzurra. Più Pirlo o più Gattuso? Più Lampard o più Gerrard? Nessuno, semplicemente Marek Hamsik, il centrocampista più atipico della serie A, freddo col cuore caldo, uno che a vent’anni non aveva paura del Milan e a venticinque non trema di fronte al Bayern Monaco. Gelido, ma con la capacità di provare sentimenti veri, forti, per la maglia che l’ha reso grande. Se lo vedi da un centimetro sembra ancora un ragazzino, con quella cresta che ormai è un brand (ma per favore, Marek, non rasarti più a zero!) e quella patacca sull’orecchio; un ragazzo come tanti, con tatuaggi in ogni dove e le passioni più genuine. In realtà è già un uomo fatto e finito, un uomo che in un lustro ne ha fatta di strada: Martina, la sua fidanzata storica, è ora sua moglie, e gli ha già regalato due figli. Marekiaro e Marechiaro sono cresciuti insieme, la città sta per vivere un momento storico insieme con il suo campione. Mercoledi prossimo il Napoli festeggia gli ottavi di Champions League contro il Chelsea, ma prima c’è tempo per un’altra ricorrenza.
Contro il Chievo Verona, infatti, Marek Hamsik festeggerà le 200 presenze in maglia azzurra. Sarà la 166esima in campionato, a cui vanno aggiunte le 12 in Coppa Italia e le 22 nelle Coppe Europee. Centonovantanove, e cinquantacinque reti, una media-gol superiore allo 0,25: oro colato per un centrocampista. Ecco, Oro Colato è un altro dei suoi soprannomi, forse il più azzeccato di tutti. Perché Marek Hamsik è metallo prezioso di quelli che se ne hai a sufficienza sei ricco sfondato, come il Napoli quando gioca il suo campione. Ma anche lui deve sentirsi ricco e ignorare le sirene accese da panciuti magnaccia senza scrupoli che vogliono lucrare sul suo talento. Un amore come Napoli non lo troverà più, e se un giorno andrà via si renderà conto che dieci coppe alzate con una squadra qualunque del Nord Italia non valgono un solo trofeo sollevato con la maglia azzurra, magari con la fascia di capitano al braccio. Mille di questi giorni, Marek!
P.S.: Una chicca per chi vuole vivere un bell’amarcord. A questo link c’è l’articolo di quel giorno in cui furono presentati i due campionissimi azzurri. Buona lettura!
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